La figlia dell’ottimista di Eudora Welty

9 March 2022

Il Bright Lights Bookclub prosegue il suo viaggio letterario. Ci spostiamo nel sud degli Stati Uniti, a Mount Salus, nel Mississippi del dopoguerra, passando per New Orleans.

Per la versione italiana si è fatto riferimento alla traduzione di Minimun Fax 2018 nella traduzione di Simona Fefé

La figlia dell’ottimista pubblicato come romanzo nel 1972 è una revisione del lungo racconto apparso nel New Yorker del 15 marzo 1969 e rappresenta una delle sue più chiare e significative riflessioni dell’autrice sulla natura della visione.

Valse il Premio Pulitzer all’autrice (1973) e sancì il successo di una delle principali esponenti della Southern literature, attenta a temi come il ruolo della famiglia e degli affetti, l’importanza della comunità e i cambiamenti della società del sud degli Stati Uniti.

Nel suo romanzo, incentrato sul mistero delle relazioni umane, la Welty esplora cosa una donna di mezza età, Laurel McKelva Hand, la figlia del giudice Clinton e Becky Turston McKelva, impara di sè stessa in occasione della morte e del funerale di suo padre. Per Laurel è il momento di raccogliere e risistemare tutti i pezzi della sua memoria. E’ il momento della rinascita che avviene in due momenti: Laurel capisce alla fine che la memoria sopravvive non nel possesso iniziale ma nelle mani liberate, nel cuore svuotato ma che può riempirsi di nuovo:

“Il ricordo non viveva nel possesso iniziale ma nelle mani libere, assolte e libere, e nel cuore capace di svuotarsi e tornare a riempirsi, nelle fantasie restituite dai sogni”.

Il tema della visione attraversa tutta la storia attraverso una metafora che usa Eudora Welty per parlare del passato: quella della vista e degli occhi.

Come sua madre Becky, scomparsa da tempo, che aveva avuto a sua volta problemi agli occhi, anche il padre muore in seguito di un banale intervento chirurgico all’occhio. Un ottimista convinto, com’è McKelva, che crede soltanto nel futuro, forse è morto non tanto per un intervento banale ma perché proprio il suo ottimismo, la sua visione distorta o parziale delle cose, l’ha tratto in inganno.

Prima di sposare Fay, gli ha impedito di aiutare sua moglie Becky, quando era malata e costretta a letto. Lui non sapeva riconoscerne la disperazione e così la faceva sentire tradita. Sicuro che ogni problema si sarebbe risolto, rifiutava lo scontro, per amore, mentre lei si rammaricava di aver sposato un codardo.

In attesa di ripartire per Chicago dove lavora come disegnatrice, mentre ai muove per tutta la casa, guardandosi attorno e scavando negli oggetti e nei ricordi della sua famiglia: i libri del giudice, le lettere che si scambiava con la moglie quando lei e la figlia erano in West Virginia per le vacanze, la macchina da cucire, le fotografie e la pietra di fiume d’ardesia che Becky e il giudice McKelva si erano scambiati come segno d’amore quando si erano conosciuti, Laurel riacquisterà la vista e riuscirà a riappropriarsi dei propri ricordi.

Anche se il tempo passa e i propri affetti scompaiono, è sempre possibile amarli attraverso il ricordo.

L’irritante presenza della matrigna di Laurel, Wanda Fay, la costringe a ricostruire e riesaminare il ricordo dei suoi genitori.

È proprio sulla questione della memoria degli affetti che si riaccende lo scontro tra Laurel e Fay, nel frattempo ritornata nella casa del giudice, dopo essere stata in Texas con la famiglia.

A causare l’ennesimo litigio è un oggetto tanto caro a Laurel: la spianatoia che il marito Phil aveva realizzato per la suocera Becky. Anche quest’oggetto mostra la mancanza di rispetto del futuro, incarnato da Fay, verso il passato.

È in questo momento che Laurel approda a una rivelazione, e finalmente vede: Fay non può distruggere la memoria di ciò che è stato. Esso continuerà a vivere nel cuore di Laurel, che, pur consapevole di non poterlo possedere del tutto, sa che lo può portare con sé, e il futuro non può impedire le emozioni che la memoria del passato ci dà: nonostante il futuro prenda il posto del passato e l’individualismo e l’egoismo si impongano sul senso di comunità e di famiglia, la vita continua nel cuore di chi ricorda.


Ricordiamo a chi volesse partecipare o aggiungersi al gruppo i seguenti link:

Alcuni materiali di approfondimento:

  • Sito della Fondazione intitolata all’autrice, con biografia e bibliografia: https://eudorawelty.org/
  • Bibliografia (monografie critiche, articoli in riviste accademiche e saggi in volumi collettanei): disponibile presso il CSA su richiesta

RASSEGNA STAMPA:

  • Rosella Postorino su Tutto libri/ La Stampa:
  • https://www.minimumfax.com/web/content/press/51931/article_attachment
  • Howard Moss sul New York Times: https://archive.nytimes.com/www.nytimes.com/books/98/11/22/specials/welty-daughter.html
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