Il grande errore | Incontro con Jonathan Lee

Con la seconda tappa ci siamo spostati a New York, in un periodo di grande trasformazione urbanistica e sociale. Il testo che abbiamo letto nel mese di dicembre è Il grande errore di Jonathan Lee, pubblicato negli Stati Uniti nel giugno 2021.

Per la versione italiana abbiamo fatto riferimento all’edizione SUR 2021, nella traduzione di Sara Reggiani.

L’incontro con l’autore ci ha portato a una bella riflessione sul libro e ci ha fornito una chiave di lettura su un personaggio fondamentale nella pianificazione della città di New York.

Il romanzo ripercorre la vita di Andrew Hashwell Green l’uomo che può essere considerato uno dei padri della moderna New York.

Cresciuto in una fattoria dove il padre lo considerava troppo debole ed effeminato, incapace di maneggiare un’ascia, viene mandato a New York dove si fa strada prima come avvocato e poi come architetto. All’apice della sua carriera, Green commette “il grande errore”, come lo definivano i suoi avversari politici, quello di riunire Manhattan, Brooklyn e il Queens.

Fondò inoltre la Public Library di New York, il Metropolitan Museum of Art e soprattutto Central Park.

Jonathan Lee dice di aver incontrato per caso il personaggio, imbattendosi nella panchina a lui dedicata proprio in Central Park e di essere stato subito attratto dalla sua vita, che ricostruisce attraverso i documenti, soprattutto lettere e diari, che riesce a trovare presso la New York Historical Society, e soprattutto dai dati mancanti attorno a cui costruisce i personaggi secondari.

Green progettava le sue opere insistendo sull’effettiva vivibilità dello spazio pubblico: quando viene mandato a New York avverte terribilmente la mancanza degli spazi aperti che avevano accompagnato la sua infanzia, la possibilità di fare le lunghe camminate all’aperto. A New York questi spazi non esistevano.

E gli manca profondamente la lettura: i libri a New York sono per lui inaccessibili.

Austero e idealista, aveva una tormentata vita privata, costretto a vivere clandestinamente la sua omosessualità.

Cinque colpi di pistola, sotto gli occhi della sua fedele governante, lo uccidono all’età di ottantatré anni sui gradini della sua casa di Park Avenue, da un uomo, Cornelius Williams, per “errore”. Da questo errore ha inizio la trama del romanzo che ripercorre a ritroso gli anni di vita precedente.

Errore. Green è ossessionato dagli errori. In primo luogo il suo difficile rapporto con il padre alla continua ricerca del suo consenso: Green non diventerà padre pur essendo considerato il padre della grande New York. La mancanza di parenti e amici che lo aiutassero a promuovere le proprie qualità e le proprie attività, insieme alla sua estrema riservatezza, sono stati nella sua vita un grave errore per cui, secondo l’autore, ha portato al quasi totale oblio di un personaggio così importante:

L’amore. Era quella l’unica via per non precipitare nell’oblio. L’amore, e un buon addetto stampa”. [pag. 334].


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