Amministrazione Biden: novità e opportunità per il commercio internazionale

2 February 2021

di Gabriele Ferrieri, Presidente ANGI

L’amministrazione Usa guidata da Joe Biden inaugura anche in politica estera un nuovo corso che passa, tra l’altro, da una rinnovata relazione con l’Unione Europea e le altre grandi potenze internazionali.

Infatti, insieme alle politiche mirate a combattere il Climate Change, un altro punto di svolta dell’Amministrazione Biden è costituito dal commercio internazionale, dove il neoeletto presidente intende avviare i negoziati commerciali con i partner atlantici, rilanciando la politica estera americana a seguito della successione di Trump. In questo ambito restano da rinsaldare le relazioni con la Cina: Biden eredita infatti dazi su tre quarti delle importazioni dalla Cina e quattro anni di retoriche che hanno fatto breccia nell’opinione pubblica. Anche Biden ha più volte riconosciuto la necessità di adottare una linea diplomatica nei confronti dei cinesi, per fronteggiare il rischio di acquisizioni di vantaggi sleali, soprattutto nel settore delle tecnologie e della proprietà intellettuale. L’introduzione di barriere commerciali può essere però un’arma a doppio taglio che può condurre ad esiti imprevedibili che travalicano il campo economico.

Tuttavia, Biden potrebbe cercare di recuperare una strategia del contenimento tentata già da Obama con l’unione di 12 economie del Pacifico a costituire un cordone commerciale anche intorno alla Cina. A tal fine, l’intenzione di Biden potrebbe essere una revisione dell’accordo esistente con Pechino coinvolgendo anche i partner europei e atlantici, allo scopo di individuare un piano comune di relazioni commerciali e internazionali.

Le tensioni sui mercati internazionali hanno comportato gravi problemi all’economia globale dal 2018, interrompendo le catene del valore in tutto il mondo. Un’escalation di questo tipo metterebbe sicuramente a dura prova la debole e incerta ripresa globale del 2021. Inoltre, lo sviluppo di un accordo commerciale dovrà poggiare su due pilastri imprescindibili del Piano Biden: l’inclusione di clausole che garantiscano le aziende statunitensi e i lavoratori dei Paesi coinvolti, nonché meccanismi in grado di ridurre peso e influenza di paesi stranieri sui settori emergenti del mercato statunitense.

Per l’Unione Europea è molto probabile che il nuovo corso dell’Amministrazione Biden possa consentire un miglioramento dei rapporti commerciali tra le due economie, se non altro ad accrescere il proprio potere sui mercati internazionali così da trovare l’indispensabile sostegno interno, al Congresso e nell’opinione pubblica.

Sia gli Stati Uniti sia l’Europa devono interrogarsi su come favorire un rinnovamento politico, economico e sociale interno che riduca le difficoltà della popolazione in un contesto di crisi sia sanitaria che economica. Si tratta di concentrare gli sforzi sul welfare, sulle politiche attive del lavoro nell’era digitale. E naturalmente sulla risposta alla pandemia, sia in termini sanitari sia di reazione alla crisi mondiale.

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