Biden-Harris, un ticket che guarda agli anni di Obama
di Eric Gad e Alessia Gasparini (The Union)
«Sono orgogliosa di stare accanto a te [Joe Biden], e lo dico consapevole di tutte le donne eroiche e ambiziose che sono venute prima di me, con sacrificio e determinazione, con resilienza. Il loro sacrificio ha reso possibile la mia presenza oggi», ha affermato Kamala Harris all’inizio della sua prima conferenza stampa da candidata vicepresidente al fianco di Biden. Harris è una donna abituata a superare gli ostacoli: nata in una famiglia composta da madre indiana tamil e padre giamaicano, è stata la prima donna ad essere nominata procuratore generale della California, la prima indiana e di colore a rappresentare il suo Stato al Senato federale e la seconda donna nera ad essere eletta alla Camera alta statunitense. Come candidata vicepresidente, la sua lista di record si allunga ancora, essendo la prima donna nera e asiatica a fare parte di un ticket presidenziale, la terza donna ad essere scelta come VP da uno dei due maggiori partiti americani (prima di lei Geraldine Ferraro nel 1984 e Sarah Palin nel 2008) e la quarta donna di sempre a far parte di un ticket presidenziale per uno dei due principali partiti politici (inclusa Hillary Clinton che nel 2016 si candidò lei stessa alla presidenza).
Data l’importanza delle elezioni presidenziali del prossimo 3 novembre, che si giocheranno principalmente sulla pandemia di Covid-19, sulla crisi economica e sull’emergenza razziale, il candidato democratico Joe Biden ha scelto una compagna di avventura che potesse assicurargli delle certezze contro il temibile avversario Donald Trump, presidente repubblicano in carica. Kamala Harris è abbastanza giovane (ha 55 anni) da potersi candidare nel 2024 alla presidenza nel caso in cui vincesse Biden, che di anni ne ha quasi 78, e decidesse di non ricandidarsi. In più è progressista su alcuni temi, come l’ambiente o i matrimoni omosessuali, ma non così a sinistra da spaventare gli elettori più centristi e i repubblicani delusi. La scelta di una donna di colore accontenta chi, dopo la morte di George Floyd, chiedeva nel ticket una rappresentanza della minoranza afroamericana, in cui Kamala Harris si rispecchia grazie all’educazione impartitale da sua madre. Inoltre, Joe Biden ha bisogno di assicurarsi l’appoggio dell’elettorato femminile, più di una volta decisivo per la sua vittoria come senatore del Delaware. Avere una donna al suo fianco come VP potrebbe risultare determinante.
La scelta di Kamala Harris sta già dando i primi frutti nella campagna elettorale di Biden. Nelle 24 ore successive all’annuncio della vicepresidente, il comitato elettorale ha raccolto 26 milioni di dollari, mentre ne sono stati raccolti altri 9,6 milioni subito dopo la prima conferenza stampa di Biden e Harris, provenienti da 200.901 donatori unici con una media di circa 48 dollari l’una.
I primi passi del ticket presidenziale democratico sono apparsi convincenti: lo scopo è quello di proporre agli elettori un mandato il cui obiettivo principale sarà il ritorno ad una normalità, per certi versi obamiana, dopo gli sconvolgimenti che hanno attraversato gli Stati Uniti negli ultimi quattro anni. Una promessa che potrebbe risultare vincente.