Come contrastare fake news e hate speech: il Digital Services Act e il Laboratorio di giornalismo di Sant’Egidio
Di Gabriele Rizzi, Junior Fellow del Centro Studi Americani
“Un risultato storico […] ciò che è illegale offline, lo sarà anche online”: un tweet, quello della Presidente della Commissione Europea che rimarrà negli annales digitali. Con i suoi 250 caratteri, Ursula Von Der Leyen ha voluto così commentare uno dei più importanti risultati raggiunti nella transizione digitale dell’UE, che rappresenterà un cambiamento rilevante nella vita degli utenti di Twitter e di tutti gli altri Big Tech e Social media.
Una volta approvato dal Consiglio e dal Parlamento Europeo, infatti, il Digital Service Act (DSA) rivoluzionerà il modo di navigare sul web: sarà, ad esempio, vietata la profilazione basata su dati sensibili (religione, orientamento sessuale e politico) e la profilazione (o targeting) dei minori ai fini pubblicitari, mentre sarà più semplice la rimozione di contenuti considerati pericolosi.
Inoltre, sarà previsto l’obbligo di garantire all’utente un’alternativa all’aggiornamento del proprio feed in base all’algoritmo: si vuole, in tal modo, contrastare il fenomeno noto come echo chamber, in base al quale un internauta è portato a leggere contenuti che rispondono sempre ad uno stesso schema. Un meccanismo che porta a rafforzare le proprie convinzioni e che si rivela estremamente pericoloso quando i contenuti ripetuti sono fake-news o discorsi d’odio.
Il DSA mira anche a limitare l’hate speech che corre sul web, regolamentando i contenuti e tutelando i minori online. Di questo ed altri argomenti si parlerà al Laboratorio di Humanitarian Journalism organizzato da Sant’Egidio in collaborazione con Facebook. L’organizzazione umanitaria, da sempre attiva nelle mediazioni internazionali e nel contrasto alla povertà, ha infatti dato vita a questa iniziativa rivolta ai più giovani allo scopo di formarli sul tema del contrasto all’odio online e della necessità di comunicare “il bene” in un contesto storico caratterizzato da una comunicazione sempre più divisiva.
Il Laboratorio ha preso il via proprio alla vigilia dell’accordo sul DSA, con il primo incontro dedicato alla “comunicazione classica”, tenuto dalla giornalista TG1 Felicita Pistilli. Tra un appuntamento e l’altro, i ragazzi selezionati saranno chiamati a svolgere delle esercitazioni pratiche presso i centri della Comunità di Sant’Egidio, dove potranno prendere spunto per i loro articoli o contenuti multimediali che dovranno poi postare sui social e sul web. Ospitati nei locali di Facebook presso la Stazione Termini, i ragazzi avranno poi modo di incontrare e dialogare con i responsabili di Facebook Italia, con Roberto Bortone, responsabile dell’Osservatorio Nazionale sull’Hate speech e con Walter Quattrociocchi, Professore di Data science e a capo del Data and Complexity for Society Lab dell’Università di Roma La Sapienza.
Di fronte alle nuove sfide globali che corrono sul web, il DSA ed il Laboratorio di Humanitarian Journalism sono quindi due risposte alla stessa esigenza: rendere internet una piazza digitale dove tutti possano avere una voce e possano essere al riparo dall’odio che, troppo spesso, colpisce indiscriminatamente, soprattutto tra i più giovani. Con l’obiettivo di fare realmente del web un’agorà aperta a tutti.