Debutta ‘Giornaliste italiane’: “farsi valere non vale per tutti”

Roma, 21 mar. (askanews) – Un ringraziamento a Ilaria Alpi, di cui ieri ricorreva il trentesimo anniversario dell’uccisione, perché “ci ha lasciato un messaggio importante” e cioè che “non conta essere uomini o donne, l’importante è che i giornalisti siano capaci”. Ecco perché “abbiamo pensato di creare un’associazione” di giornaliste: “Per dare voce a tutte quelle colleghe che oggi, pur essendo brave, non hanno il successo che meriterebbero”. Così Ida Molaro, giornalista parlamentare Mediaset, ha dato il via, alla terrazza Civita di Piazza Venezia, alla presentazione dell’associazione “Giornaliste italiane”.

“Crediamo che il nostro slogan ‘libere di valere’ debba essere lo slogan di tutte le donne – ha spiegato Molaro -, non siamo più le ‘mogli di’, le ‘figlie di’… Abbiamo dimostrato di essere in grado di gestire la politica, abbiamo la presidente del Consiglio donna”, sono donne “il presidente della Commissione europea e del parlamento europeo. Non abbiamo ancora, però, delle giornaliste in grado di ricoprire, come meriterebbero, dei ruoli veramente importanti”. E poi “‘Giornaliste italiane’ è anche un modo per dare voce a tutte le donne che magari questa voce non ce l’hanno”.

Molaro ha rifiutato l’etichetta di associazione di giornaliste ‘di destra’: “Trovo sia un fallimento quando di un giornalista si dice di destra o di sinistra… Non si va da un medico perché è di destra o di sinistra, ci si va perché è bravo. Io non credo di essere di destra né di sinistra, quello che voto nelle urne è ciò che mi dice la mia coscienza, ma non è nel mio lavoro, noi siamo aperte a tutti, ovviamente abbiamo invitato le amiche e se qualcuno pensa che essere amica” di qualcuna “che è più spostata” a destra “o fa la rappresentante di un ministro o di qualcun altro non è un nostro problema, noi scegliamo soltanto quelle brave”.

‘Giornaliste italiane’, ha sottolineato dal canto suo Paola Ferazzoli, giornalista Rai, “ha ben chiaro cosa vuole rappresentare: più diritti e meno pregiudizi, perché farsi valere non è facile e soprattutto non è uguale per tutti. Scommetto che non lo è stato per nessuna delle presenti qui. Come ha ricordato qualche giorno fa il presidente Mattarella – ha proseguito Ferazzoli -, le donne hanno bisogno di un supplemento di fatica per affermarsi ma quando otteniamo” determinati ruoli “siamo affidabili, capaci, caparbie e rispettose. Lo hanno ampiamente dimostrato la presidente del Consiglio e la segretaria del primo partito dell’opposizione, due modelli che ci hanno ispirate facendoci pensare che il nostro momento era arrivato”.

E poi “non ci interessa essere chiamate ‘direttora’ – ha aggiunto – ma essere trattate da ‘direttore’: non è possibile che il raggiungimento di un ruolo apicale per noi diventi impossibile”.

A questo proposito, per l’occasione, è stata presentata una ricerca di SocialCom sul divario di genere nella professione giornalistica, da cui emerge che su 38 direzioni di testate giornalistiche prese in esame (tra giornali, periodici, Tg e radio) 32 sono ricoperte da uomini e solo 6 da donne.

“Il fatto che ci sia un’associazione di donne è già un’ottima notizia perché è evidente che c’è uno squilibrio anche nel mondo dell’informazione, i dati sono eloquenti – ha commentato la ministra per la Famiglia e la Natalità Eugenia Roccella -. E’ importante che ci sia nel mondo del giornalismo una maggiore visibilità di opinioni, tendenze, correnti culturali diverse” perché “il pluralismo non può essere solo un’idea da sbandierare quando fa comodo ma dev’essere davvero un riconoscimento di diverse componenti culturali con la stessa legittimità”.

“Certamente questi numeri non fanno onore al genere maschile – ha sottolineato dal canto suo il ministro delle Politiche del mare e della Protezione civile Nello Musumeci -. Ancora una volta possiamo dire che in Italia la parità di genere sembra essere più predicata che praticata, e la responsabilità è di tutti, nessuno può sottrarsi al questa logica che va cambiata con un nuovo approccio culturale sperando nella nuova generazione. Sono convinto che questa iniziativa sia innanzitutto un atto di coraggio, non ‘contro’ ma ‘per'”. “Io – ha continuato Musumeci -, sono qui non solo come giornalista pubblicista da oltre 45 anni, ma come uomo di governo per dare atto a queste donne di un gesto di grande coraggio che va sostenuto e incoraggiato anche da chi, politicamente, si riconosce in aree diverse o ha ritenuto finora di avere una sorta di preclusione nei confronti questo elemento di novità”.

Tra le altreesponenti dell’associazione la storica portavoce della premier Giorgia Meloni, Giovanna Ianniello, Federica Franci, Elisabetta Mancini, Maria Antonietta Spadorcia.

Presenti, tra gli altri, il ministro della cultura Gennaro Sangiuliano, il direttore di Rai intrattenimento Angelo Mellone, il capogruppo di Forza Italia al Senato Maurizio Gasparri.