Dopo annullamento presidenziali, proteste simboliche ai seggi
Roma, 9 dic. (askanews) – La domenica che doveva segnare l’esito delle presidenziali romene e che è coincisa con il Giorno della Costituzione per il Paese, è stata l’occasione per le dichiarazioni fortemente critiche dei due candidati al ballottaggio, Calin Georgescu e Elena Lasconi, che dopo l’annullamento del primo turno hanno auspicato che presto i romeni possano tornare a esercitare i loro diritti. Se da una parte il candidato sovranista Georgescu, su cui pendono le ombre di un finanziamento esterno della campagna, ha auspicato che si passi a breve di nuovo a un secondo turno, annullando la decisione dell’Alta Corte, dall’altro Lasconi, che ha guidato il fronte filo-Ue, ha dichiarato che si candiderà ancora anche se le elezioni dovessero essere ancora annullate.
“Spero di non arrivare alla primavera e che questo secondo round avvenga il più presto possibile, il più presto possibile. Non devono iniziare da zero. Si era già svolto il primo turno, era stato approvato. Adesso si deve semplicemente tornare indietro e ammettere che ciò che ha fatto la Corte Costituzionale è un abuso e un crimine”, ha dichiarato Georgescu che come gesto simbolico di protesta si è presentato domenica mattina, davanti a un seggio elettorale a Mogosoaia. “Oggi è il giorno della Costituzione” ed “è triste constatare che quello che è contenuto in questo documento, il valore più importante, cioè il diritto alla democrazia e il diritto di voto incondizionato, sono stati annullati. Oggi è il Giorno della Costituzione e in Romania non esiste più nulla di costituzionale. Tuttavia, sono qui in nome della democrazia e lo sarò sempre. È solo un simbolo. Non sto chiamando nessuno a fare niente”, ha aggiunto sostenendo che l’annullamento è stato deciso perché aveva “oltre l’80% dei voti nella diaspora”.
Intanto, l’Alleanza per l’Unione dei Romeni, partito conservatore e sovranista guidato da George Simion e che sostiene Georgesccu, ha lanciato sabato una petizione da presentare alla Commissione di Venezia e alle istituzioni europee, come il Consiglio d’Europa, l’OSCE e il GRECO, chiedendo libere elezioni. Simion ha annunciato che presenterà un ricorso all’Alta Corte di Cassazione e Giustizia. I membri dell’Aur hanno anche acceso candele davanti ai seggi elettorali, rimasti chiusi, “perché si vuole seppellire la democrazia in Romania”.
Dal canto suo, Lasconi ha lanciato un appello ai cittadini affinché non rispondano a coloro che li incitano a ribellarsi e provano a “una destabilizzazione ancora maggiore del Paese”: “Viviamo in tempi difficili. Siamo estremamente fragili. Per favore, non trasformateli in munizioni per gli estremisti!” e “non andate alle urne domani (ieri) come vi esortano i politici russi!”. “Ho fiducia nel voto, non importa quante volte la Corte costituzionale prenderà decisioni arbitrarie. E se annullasse le elezioni dieci volte, mi candiderò anche per l’undicesima volta”, ha scritto su Facebook.