Frenano inflazione e salari, ma sui tassi la Bce vuole attendere
Roma, 9 apr. (askanews) – Nel quarto trimestre dello scorso anno si sono verificate moderazioni sia della crescita di redditi disponibili e retribuzioni delle famiglie, sia e ancor più della dinamica sugli utili dalle imprese non finanziarie. Lo rileva l’ultima indagine trimestrale condotta dalla Banca centrale europea, che nelle passate settimane ha ripetutamente affermato di voler vedere proprio sviluppi di questo genere, assieme a altre moderazioni dell’inflazione, prima di avventurarsi su un primo taglio dei tassi di interesse.
Il consiglio direttivo della Bce tornerà a riunirsi tra domani sera e giovedì mattina, per le decisioni operative di politica monetaria, ma una mossa sui tassi non è attesa prima del direttorio di giugno. La Bce ha infatti insistito sul voler vedere ulteriori prove di miglioramenrto sull’inflazione, ma anche sull’assenza di pressioni da salari e utili. E che vuole verificare i dati del primo trimestre, mentre al momento quelli appena sfornati sono relativi solo agli ultimi tre mesi del 2023.
Nel periodo appena menzionato la crescita dei redditi lordi delle famiglie sia è attestata al 5,7% su base annua, a fronte del 6,3% del terzo trimestre. Le retribuzioni dei lavoratori dipendenti hanno registrato un più 5,9%, a fronte del più 6,6% del terzo trimestre. La spesa per consumi si è attestata al più 3,9% nel quarto trimestre, dal più 5,2% del terzo trimestre.
Il tasso di risparmio lordo delle famiglie è risultato quasi invariato al 14,3%, a fronte del 14% dei tre mesi precedenti. Gli investimenti finanziari hanno mostrato una crescita invariata all’1,9%. Infine, secondo la Bce, il tasso di indebitamento delle famiglie rispetto al reddito si è smorzato all’86,9%, a fronte del 92,7% che si registrava un anno prima (nel quarto trimestre del 2022).
Passando alle imprese, la produzione netta di valore aggiunto ha a sua volta mostrato una limatura della crescita al 5,1% annuo nel quarto trimestre, dopo il più 6,5% del terzo trimestre. Gli utili operativi lordi hanno praticamente dimezzato la crescita, all’1,7% annuo dopo il più 3,6% del terzo trimestre. Gli investimenti lordi delle imprese (sempre non finanziarie) sono tornati a crescere con un più 5,3% annuo, dopo il meno 11,2% dei tre mesi precedenti, ma il dato risente marcatamente delle variazioni sulle scorte. I soli investimenti finanziari sono rimasti invariati al più 1,4% e il livello di approvvigionamento di finanziamenti delle imprese è a sua volta risultato invariato a un mesto più 0,6% annuo.
Quanto ai livelli di indebitamento rispetto al prodotto, anche qui si è verificata una attenuazione al 67,6%, rispetto al 71,7% che si registrava un anno prima, l’indebitamento totale si è smorzato al 126% dal precedente 132,9%.
Intanto anche altri dati mostrano un’area euro che sembra ormai “matura” per un taglio dei tassi. A fronte di una domanda di prestiti bancari che continua a calare, secondo un’altra indagine condotta sempre dalla Bce (la bank lending survey) gli istituti di credito dell’area hanno deciso di allentare per la prima volta dal 2021 i criteri di concessione di mutui alle famiglie.
Giovedì il Consiglio Bce comunicherà le sue decisioni alle 14 e 15. Mezz’ora dopo la presidente Christine Lagarde terrà la consueta conferenza stampa esplicativa. Va anche ricordato che alla riunione successiva, il 6 giugno, la Bce aggiornerà anche le previsioni su economia e inflazione, occasioni solitamente più adatte per impartire svolte alla rotta monetaria.
La Bce ha aggressivamente alzato i tassi di interesse a partire dall’estate del 2022 per cercare di contrastare l’alta inflazione. Il suo obiettivo ufficiale è per un carovita al 2% sul medio termine. A marzo l’inflazione media nell’area euro si è attenuata più del previsto al 2,4%, nello stesso mese di un anno fa era il 6,9% e nell’ottobre del 2022 aveva registrato un picco storico al 10,6%. (di Roberto Vozzi). (Fonte immagine: European Central Bank 2024).