Gentiloni: il Pnrr sia esempio per “safe asset” europeo

Bruxelles, 19 mar. (askanews) – Il piano di ripresa “NextGenerationEU”, da 800 miliardi di euro, finanziato con emissione di debito comune europeo, non ha solo contribuito a rilanciare l’economia in modo “impressionante”, incentivando gli Stati membri a realizzare “importanti riforme e investimenti” e attraendo anche investimenti privati, ma ha anche reso la Commissione europea “uno dei principali attori nei mercati dei capitali”, e ha “contribuito a rafforzare il ruolo internazionale dell’euro”. E’ ora, perciò, di avviare la discussione per rendere permanente questo tipo di strumento, per avere un “safe asset” europeo sui mercati dei capitali.

Lo ha affermato il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, intervenendo alla conferenza annuale di Euronext oggi a Parigi.

“Il nostro piano di ripresa da 800 miliardi di euro, ‘NextGenerationEU’, sta fornendo la potenza di fuoco che consentirà di colmare il nostro gap di investimenti, almeno fino al 2026, quando il programma scadrà. Si prevede inoltre che i fondi del Ngeu attireranno ulteriori investimenti privati e fungeranno da catalizzatore per il finanziamento degli investimenti nei mercati dei capitali”, ha detto Gentiloni.

Anche se “ovviamente non priva di problemi, “NextGenerationEU”, ha ricordato il commissario, “è una storia di successo europea, nel modo in cui ha contribuito a rilanciare la ripresa e ha incentivato gli Stati membri a realizzare importanti riforme e investimenti. E non dimentichiamo che la nostra ripresa post-Covid è stata davvero impressionante, con una crescita più forte nell’Ue che negli Stati Uniti e in Cina nel 2021, prima che l’aggressione russa contro l’Ucraina interrompesse quella ripresa nel 2022”.

“NextGenerationEU”, ha sottolineato Gentiloni, “ha inoltre reso la Commissione europea uno dei principali attori nei mercati dei capitali. Il volume delle nostre emissioni (di obbligazioni Ue, ndr) è aumentato da 400 milioni di euro nel 2019 a 120 miliardi di euro nel 2021, e da allora le nostre emissioni annuali sono rimaste al di sopra dei 100 miliardi di euro. Ciò, a sua volta, ha anche contribuito a rafforzare il ruolo internazionale dell’euro. E l’Ue è diventata il più grande emittente mondiale di obbligazioni verdi”.

“Eppure – ha osservato il commissario -, la natura temporanea dello strumento ci ha impedito di sfruttare appieno i benefici di questo prestito comune, in particolare in termini di costo del finanziamento. L’Ue trarrebbe invece enormi benefici da un ‘safe asset’ (titolo sicuro, ndr) permanente, commisurato alle dimensioni della sua economia. Costituirebbe – ha affermato Gentiloni – la spina dorsale di un’unione completa dei mercati dei capitali, sosterrebbe il ruolo internazionale dell’euro e completerebbe il nostro programma di sovranità”.

“Se guardiamo i nostri concorrenti nel mondo – ha indicato ancora -, vediamo che non sono meno indebitati degli europei e che il loro sostegno alla loro industria è più alto del nostro. Non sto dicendo che dovremmo adottare il modello americano o cinese. Ma non possiamo nemmeno sederci con le mani in mano. Gli europei dovrebbero reagire, per quanto possibile, insieme”.

“Guardando al futuro – ha avvertito Gentiloni -, l’Europa deve pensare a fissare obiettivi comuni e progetti comuni che saranno finanziati congiuntamente”. Perché, ha aggiunto, “non vinceremo la corsa per la competitività solo con le normative. E siamo i migliori al mondo a regolamentare, a volte troppo bravi. L’ho detto diverse volte, ma permettetemi di ripeterlo qui: abbiamo bisogno di nuovi strumenti a livello europeo”.

Secondo il commissario, “nel lungo termine, questi strumenti dovrebbero evolversi verso una capacità centrale di bilancio permanente. Ciò è fondamentale per finanziare i beni pubblici europei, in settori come l’energia, l’innovazione o la difesa”.

“Tutte le istituzioni economiche internazionali – l’Fmi, l’Ocse, la Bce – quando hanno contribuito alla nostra consultazione sulla riforma delle nostre regole di bilancio lo hanno chiesto. All’epoca non abbiamo incluso questo elemento nelle nostre proposte, per non complicare un dibattito già impegnativo” sulla riforma del Patto di stabilità, ma oggi, ha concluso Gentiloni “è giunto il momento di avviare questa discussione”.