Libri da Oscar

20 April 2021

10 libri dalla nostra Biblioteca che hanno ispirato film da premio Oscar

Come spesso accade, molti dei film più celebri della storia del cinema hanno preso ispirazione, più o meno liberamente, da romanzi o opere teatrali.

Di seguito trovate un elenco di film vincitori del celebre premio Oscar, ispirati a libri presenti sui nostri scaffali. Il link vi porterà direttamente alla scheda del libro sul catalogo della Biblioteca, dove potrete avere maggiori informazioni bibliografiche sul libro e sapere se è disponibile per la consultazione e/o per il prestito.

Nel 1940 il premio Oscar al miglior film va a Via col vento, diretto da Victor Fleming e prodotto da David O. Selznick. Il film è tratto dall’omonimo romanzo del 1936 di Margaret Mitchell Gone with the wind. Ambientato negli Stati Uniti meridionali durante la guerra di secessione e la successiva era della ricostruzione, racconta la storia di Rossella O’Hara, figlia del proprietario di una piantagione della Georgia, della sua ossessione romantica per Ashley Wilkes, sposato con sua cugina Melania Hamilton, e del suo matrimonio con Rhett Butler.



Nel 1946 il premio Oscar al miglior film va a Giorni perduti, diretto da Billy Wilder, adattamento del romanzo dello scrittore statunitense Charles R. Jackson, The lost weekend. Don Birnam, un intellettuale appassionato di musica classica e di Shakespeare, scrittore in bolletta, in piena crisi d’identità e con problemi di alcolismo, trascorre cinque giorni solo a New York. In questo isolamento cadrà vittima di sè stesso e di rimedi devastanti come l’inganno, il furto, il ricovero nel reparto alcolizzati di un ospedale, il delirium tremens, e di nuovo l’inganno che all’ultimo trionfa sulla scena.


Nel 1950 il premio Oscar al miglior film va a Tutti gli uomini del re, diretto e prodotto da Robert Rossen, adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo del 1946 di Robert Penn Warren, All the king’s men. Siamo negli anni ’30 e Willie Talos, un giovane di origini contadine, diventa quasi per caso governatore di uno stato del Sud. Promulga una serie di riforme populiste che migliorano le condizioni di vita delle classi disagiate. A narrare la vicenda è il giornalista Jack Burden che diviene il più fedele collaboratore di Talos. Il tragico evolversi dei fatti porterà Burden a mettere in discussione le sue più forti convinzioni.



Nel 1954 il premio Oscar al miglior film va a Da qui all’eternità, film diretto da Fred Zinnemann, tratto dall’omonimo romanzo di James Jones del 1951, From here to eternity. Siamo nel 1941 poco prima dell’attacco a Pearl Harbor. I protagonisti sono due soldati, Robert Prewitt e Milton Warden. Al centro delle vicende vi sono le relazioni di Warden e Prewitt, tra loro e con le loro donne: Karen, la moglie del capitano Holmes, e Lorene, la prostituta determinata a diventare un giorno una donna rispettabile. Nel libro mancano volutamente i grandi eroi dei film di guerra degli anni Quaranta e gli epici campi di battaglia. Il lettore incontra piuttosto uomini decaduti sullo sfondo del paradiso hawaiano.



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Nel 1970 il premio Oscar al miglior film va a Un uomo da marciapiede, un film del 1969 diretto da John Schlesinger, basato sull’omonimo romanzo del 1965 di James Leo Herlihy Midnight cowboy. Un giovane texano lascia la campagna per New York, dove vuole far soldi offrendosi a ricche signore In realtà riesce soltanto a collezionare brutti incontri sino a quando, convinto da due prostitute, non giunge a vendersi per strada. Un senzatetto con la tubercolosi gli insegnerà ad arrangiarsi nei bassifondi della città e diventerà per lui un amico importante.



Nel 1973 il premio Oscar al miglior film va a Il padrino, celebre film del 1972, prima pellicola della trilogia omonima firmata dal regista Francis Ford Coppola. La sceneggiatura, scritta da Coppola e Mario Puzo, è liberamente ispirata al romanzo omonimo scritto dallo stesso Puzo, The godfather. Protagonista è Don Vito Corleone, capo delle cinque famiglie che esercitano il loro potere nel mondo della mafia newyorchese. Dalla casa di Long Island, circondato da una famiglia patriarcale, comanda il vasto impero sotterraneo della malavita americana: gioco, corse di cavalli, prostituzione, neppure Hollywood sfugge alla sua influenza.



Nel 1976 il premio Oscar al miglior film va a Qualcuno volò sul nido del cuculo, film diretto da Miloš Forman, tratto dal romanzo omonimo di Ken Kesey, pubblicato nel 1962 con il titolo One flew over the cuckoo’s nest. L’autore scrisse il libro in seguito alla propria esperienza da volontario all’interno del Veterans Administration Hospital di Palo Alto, in California. La narrazione ha luogo nel reparto di un ospedale psichiatrico dell’Oregon, dove sono segregati malati inguaribili diretti con pugno di ferro da Miss Ratched, la “Grande Infermiera”. Tutti ne sono succubi. Ma un giorno arriva McMurphy, un irlandese cocciuto, spavaldo, allegro e ribelle. Con l’aiuto di Bromden, risveglierà i pazienti ormai avviliti dalle “terapie” e riuscirà a portare una ventata di umanità e di calore.



Terms of Endearment by Larry McMurtry

 Nel 1984 il premio Oscar per il miglior film va a Voglia di tenerezza, un film diretto da James L. Brooks e tratto dal romanzo di Larry McMurtry, Terms of endearment . La storia è incentrata sul complesso rapporto tra una madre, Emma, e sua figlia Aurora. Dopo un divorzio e una serie di sfortunate vicissitudini, Emma si decide ad accettare un invito del suo nuovo vicino di casa Garrett Breedlove, un ex astronauta della NASA scapolo e donnaiolo. I due iniziano una relazione ma mentre Aurora si innamora dell’uomo, lui non riesce proprio a essere monogamo e la lascia. Nel frattempo Emma scopre di avere un tumore incurabile: la sua malattia è l’occasione per una riconciliazione con la madre, alla quale affida i suoi tre figli.



Nel 2008 il premio Oscar per il miglior film va a Non è un paese per vecchi, un film scritto e diretto da Joel ed Ethan Coen e tratto dall’omonimo romanzo del celebre scrittore americano Cormac McCarthy, No country for old men. Siamo in Texas, nel 1980, e il giovane Llewelyn Moss, reduce dal Vietnam, si imbatte, mentre sta cacciando antilopi nella prateria, in un convoglio di jeep colme di cadaveri, di droga e di soldi. Prende i soldi e decide di tenerseli, ma viene inseguito dai trafficanti, da uno sceriffo vecchia maniera, nonché dal solitario Chigurh, un assassino psicopatico munito di una pistola da mattatoio. Moss tenta una fuga disperata, coinvolgendo per ingenuità anche la giovanissima moglie.



Nel 2014 il premio Oscar per il miglior film va a 12 anni schiavo, film del 2013 diretto da Steve McQueen, tratto dall’omonima autobiografia di Solomon Northup edita nel 1853, Twelve years a slave.   La storia inizia nel 1841, prima della Guerra di secessione americana. Solomon Northup, talentuoso violinista nero, vive libero nella cittadina di Saratoga Springs con la moglie Anne e i figli Margaret e Alonzo. Ingannato da due falsi agenti di spettacolo, si reca con loro a Washington, dove – dopo essere stato drogato – viene imprigionato, frustato, privato dei documenti che certificano la sua libertà e portato in Louisiana, dove rimarrà in schiavitù fino al 1853. Quando finalmente riuscirà a liberarsi e tornare a casa, Solomon troverà i figli ormai adulti e proverà a intraprendere una battaglia legale contro i rapitori, impegnandosi nella causa abolizionista.

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