Salvini il pacifista: obiettivo 10% per maggioranza Ue a destra
Milano, 8 giu. (askanews) – La fine della guerra tra Russia e Ucraina e la fine della maggioranza Ursula. Sono le due carte che Matteo Salvini ha deciso di giocarsi per risollevare le percentuali della Lega alle Europee, con il generale Vannacci a fare da centravanti di sfondamento per imporre i temi leghisti nel dibattito. Una partita che per la Lega si giocherà in due tempi: in primo luogo non scendere sotto l’8,9% ottenuto alle ultime Politiche, e poi riuscire a condizionare la formazione della maggioranza che esprimerà la prossima Commissione Europea.
Per ottenere il primo risultato, Salvini ha scelto una campagna di forte contrapposizione con gli alleati: i continui attacchi ad Ursula von der Leyen, le critiche alle “eurofollie green” volute dalla Commissione uscente hanno l’obiettivo da un lato di denunciare la “complicità” di Forza Italia che della maggioranza Ursula fa parte, dall’altra di stoppare il tentativo di Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia di inserirsi nei nuovi equilibri europei sfruttando proprio il rapporto costruito con von der Leyen. Ecco allora che il bersaglio delle ultime settimane è diventato “il bombarolo Macron”, e gli alleati che volessero preferirlo a Marine Le Pen, l’alleata della Lega in Europa. E per facilitare una maggioranza di centrodestra-destra, Salvini e Le Pen hanno scaricato la zavorra di Alternative fur Deutschland, il principale – ma non unico – ostacolo all’ipotesi di una maggioranza che comprenda anche il gruppo sovranista di Identità e Democrazia.
Perchè se le scaramucce tra alleati in campagna elettorale fanno parte del gioco in una competizione tutta proporzionale, i futuri equilibri europei potrebbero invece incidere sulla solidità della maggioranza italiana, visto che proprio la frattura sulla maggioranza Ursula tra Lega e M5s portò alla caduta del governo gialloverde nel 2019. Situazione diversa, col centrodestra italiano, alleato da anni al governo e negli enti locali, e che è sopravvissuto nel corso del tempo a ogni tipo di divisione, in Europa e a livello nazionale: governo Conte I, governo Draghi, maggioranza Ursula… Ma sicuramente una spaccatura che vedesse la Lega all’opposizione in Europa e FdI e Fi in maggioranza non gioverebbe alla tranquillità della coalizione.
Tanto più con le voci che vorrebbero il leghista Giancarlo Giorgetti tra i possibili nomi per il commissario italiano. Salvini non a caso assicura che resterà a fare il ministro dell’Economia. Ma non è un mistero che da tempo Giorgetti spinge per una collocazione più moderata della Lega in Europa, e un’eventuale spaccatura interna potrebbe acuire le tensioni anche nel Carroccio.
Ma su entrambi i fronti Salvini ostenta tranquillità: “Il governo durerà fino al 2027”, è il mantra, e anche sul suo ruolo di segretario della Lega non ha dubbi: “Resteremo saldamente seconda forza della coalizione”, assicura. Del resto, nei 40 anni di storia della Lega i segretari sono stati solo 3, Salvini compreso. E un eventuale avvicendamento richiederebbe modalità (una piattaforma alternativa e la conta al congresso) che il Carroccio non ha mai attuato. Ancora più improbabile nel momento in cui Salvini dovesse riuscire a tenere il Carroccio sopra il dato delle Politiche.