Tennis, Djokovic: “Non so se riuscirò ad andare avanti”

Roma, 4 giu. (askanews) – “Non so se riuscirò ad andare avanti, faremo altri esami e valuteremo”. Sono le parole di Novak Djokovic in conferenza stampa ieri a tarda serata dopo aver battuto in cinque set l’argentino Cerundolo al termine dell’ennedima maratona.

“Nelle ultime due settimane – ha aggiunto – ho avuto, direi, come un leggero disagio, al ginocchio destro, ma non tale da impedirmi di giocare o da crearmi eccessivi problemi. Di certo terminare così tardi il match precedente contro Musetti non mi ha aiutato, per tutta la parte che riguarda il sonno, i bioritmi, il recupero. Ma la verità è che inizialmente in campo mi sentivo bene. Poi, nel terzo game del secondo set sono scivolato – una delle tante volte in questo incontro – e da quel momento ho cominciato ad avvertire un dolore. Ho chiamato il fisio ma la questione non pareva risolta, così per due set e mezzo ho semplicemente cercato di giocare al risparmio, senza entrare troppo nello scambio, senza impegnarmi troppo nella corsa perché non mi sentivo a mio agio. A un certo punto era davvero indeciso se andare avanti o meno”.

Poi, invece, qualcosa è cambiato: “Alla fine del quarto set il dolore si è attenuato, e nel quinto ho giocato praticamente senza alcun dolore. Il che è ovviamente positivo. Ma dovrò fare altri esami per capire. Già ne ho fatti, ci sono alcuni segnali positivi e altri meno. Dovremo valutare. Ci sono già state altre situazioni simili nella mia carriera, e altri giocatori hanno giocato interi tornei con un dolore intenso, riuscendo comunque a terminarli. Ora non posso dire altro, vedremo”.

Il serbo durante tutto il match ha posto l’accento sulla condizione dei campi. “Erano molto scivolosi. La terra è una superficie viva e risente del clima: stavolta, dopo giorni di pioggia, è uscito un po’ di sole e questo ha creato condizioni molto diverse. Pareva ci fosse poca terra e per noi giocatori c’era poca presa sul terreno. L’infortunio è arrivato proprio a causa di questo fatto. So che normalmente i campi del Roland Garros sono i migliori al mondo, se parliamo di terra battuta, ma stavolta è andata così. Ho chiesto all’arbitro e poi al supervisor se era possibile sistemare i campi, magari non a ogni cambio campo ma ogni due o tre. Mi è stato risposto che non era possibile e francamente non capisco il motivo. Alcuni del mio staff stanno ancora parlando con i direttori di gara per capire. Chiariamoci: non sto puntando il dito contro nessuno, sto solo cercando di capire perché questo non è stato possibile, in condizioni che non avevano nulla di normale”.

Alla fine, però, ha avuto ragione lui: “Perché ho continuato? Perché volevo vedere se altri trattamenti avrebbero aiutato, se magari un anti infiammatorio avrebbe ridotto il dolore. Cosa che è effettivamente è successa. So che anche per Francisco (Cerundolo, ndr) non era facile giocare contro uno che non si muoveva più e poi a un certo punto si è rimesso a correre. Ma ho spiegato quale è stata la motivazione dietro a tutto questo”. Non c’entra nulla, dunque, il match con Musetti e quel concentrato di emozioni chiuso solamente alle tre del mattino: “Il giorno dopo ho dormito e giocato a petanque con degli amici. Tutto qui. Ho avuto una giornata molto tranquilla. Di sicuro quello che è successo contro Cerundolo non deriva dal match precedente. Ora dovrò parlare col mio team medico e dovremo concentrarci sul ginocchio per capire come risolvere il problema”.