Ue, indicatore fiducia marzo registra una ripresa

Roma, 27 mar. (askanews) – Nel marzo 2024, l’indicatore del sentiment economico (ESI) ha registrato una ripresa sia nell’Ue (+0,7 punti a 96,2) che nell’area dell’euro (+0,8 punti a 96,3). L’indicatore delle aspettative di occupazione (EEI) è rimasto praticamente stabile per il secondo mese consecutivo in entrambe le aree (+0,1 punti, a 102,3 nell’UE e 102,6 nell’area dell’euro). Contrariamente all’ESI, l’EEI ha ottenuto risultati superiori al suo livello medio di lungo termine.

Nell’Ue, il miglioramento del sentiment è stato guidato da una maggiore fiducia tra i rivenditori, i consumatori e, in misura minore, i servizi e i manager dell’industria, mentre la fiducia è rimasta stabile nel settore delle costruzioni.

Tra le maggiori economie dell’Ue, l’ESI è migliorato notevolmente in Francia (+2,6), e in misura minore in Italia (+1,5) e Germania (+0,9). È peggiorato nei Paesi Bassi (-0,7) e in Spagna (-0,4) ed è rimasto sostanzialmente stabile in Polonia (+0,3).

La fiducia dell’industria è migliorata marginalmente (+0,3), con una tendenza sostanzialmente piatta dallo scorso autunno. Sebbene le aspettative di produzione dei manager siano diminuite, è calato il numero dei manager che ha valutato le scorte di prodotti finiti come “troppo grandi/superiori al normale” e questo indica una domanda più elevata. La loro valutazione dell’attuale livello del portafoglio ordini complessivo è diventata meno cupa.

Tra le domande che non entrano nell’indicatore di fiducia, le valutazioni dei manager sui cambiamenti produzione negli ultimi 3 mesi e degli ordini di esportazione hanno registrato un miglioramento.

Anche la fiducia nei servizi è aumentata marginalmente (+0,4), con le aspettative dei manager sul fronte della domanda cresciute, mentre le loro valutazioni sulla domanda passata e sulla pregtessa situazione aziendale sono rimaste praticamente stabili.

La fiducia dei consumatori ha continuato la sua ripresa (+0,6), grazie al graduale miglioramento delle opinioni dei consumatori riguardanti le finanze passate e previste della loro famiglia, oltre alle loro aspettative leggermente meno pessimistiche sulla situazione economica generale del loro paese. L’intenzione dei consumatori di effettuare acquisti importanti è rimasta stabile.

La fiducia del commercio al dettaglio ha registrato un lieve recupero (+0,7), trainata da valutazioni più positive sulla situazione economica passata e da migliori opinioni sull’adeguatezza del volume delle scorte. Le aspettative commerciali dei rivenditori sono rimaste praticamente stabili.

La fiducia nel settore edile è rimasta stabile (±0,0), poiché le aspettative occupazionali dei costruttori sono migliorate solo marginalmente e le loro valutazioni sul livello degli ordinativi sono rimaste sostanzialmente invariate. La percentuale di direttori dei lavori che indicano una domanda insufficiente come fattore limitante l’attività di costruzione è ulteriormente aumentata (+1,4 punti al 32,8%), mentre è diminuita la percentuale che indica la carenza di materiali/attrezzature (-0,6 punti all’8,7%). La percentuale di dirigenti edili che indicano carenze di manodopera o vincoli finanziari come fattori limitanti è rimasta sostanzialmente stabile (rispettivamente al 27,5% e all’8,7%).

L’indicatore delle aspettative di occupazione è rimasto praticamente invariato, al di sopra della sua media a lungo termine. I minori piani occupazionali tra i gestori dei servizi sono stati controbilanciati da migliori piani occupazionali nel commercio al dettaglio e nell’edilizia. I piani occupazionali dei manager del settore industriale sono rimasti pressoché stabili. Le aspettative di disoccupazione dei consumatori, che non sono incluse nell’indicatore principale, sono migliorate.

Le aspettative sui prezzi di vendita sono diminuite drasticamente nel commercio al dettaglio, nell’edilizia e nei servizi, mentre sono aumentate marginalmente nell’industria. Ciononostante, solo nell’industria le aspettative sui prezzi di vendita hanno continuato a collocarsi al di sotto della media a lungo termine.

Le aspettative dei consumatori sui prezzi per i prossimi dodici mesi sono diminuite e la loro percezione dell’andamento dei prezzi negli ultimi dodici mesi ha continuato la tendenza al ribasso iniziata nell’aprile 2023.

L’indicatore di incertezza economica (IUE) della Commissione europea è diminuito nuovamente a marzo (-1,1 punti a 18,7), spinto da una minore incertezza tra i consumatori sulla loro futura situazione finanziaria, nonché tra i gestori dell’edilizia, dell’industria e dei servizi sulla loro futura situazione aziendale. Per contro, è aumentata l’incertezza tra i gestori del commercio al dettaglio.

Il nuovo Labour Hoarding della Commissione Europea – l’Indicatore (LHI) che misura la percentuale di manager i quali si aspettano che la produzione della loro azienda diminuisca ma l’occupazione rimanga stabile o aument – a marzo, nel complesso dell’Ue, è rimasto sostanzialmente stabile rispetto a febbraio (+0,2 punti). Al 10,6%, l’LHI performa al di sopra della media a lungo termine del 9,7% e dei livelli pre-pandemia, ma significativamente al di sotto del picco raggiunto durante la crisi del Covid-19. Tra le economie più grandi dell’Ue, l’accumulo di manodopera in Francia e Germania è risultato più diffuso che nell’aggregato Ue. È vero il contrario per Polonia, Spagna e Italia. L’accumulo di manodopera nei Paesi Bassi è risultato vicino alla media dell’Ue.