Intelligence e Politica, la sfida fra sicurezza nazionale e interesse europeo – Strategic Dialogues

di Alessandro Strozzi, Junior Fellow del Centro Studi Americani

Multilateralismo, rapporti transatlantici e la rotta di politica estera della nuova amministrazione Biden: su questi temi è ruotato il dibattito tenutosi il 25 febbraio tra Roderich Kieswetter, Presidente della Commissione parlamentare Controllo Intelligence del Bundestag tedesco, e Raffaele Volpi, Presidente del Comitato parlamentare per la Sicurezza della Repubblica Italiana. Saranno energia, salute, clima e cyber security i grandi temi su cui, secondo Kiesewetter e Volpi, Italia e Germania dovranno collaborare con spirito multilaterale, in ottica europea e non solo.

L’incontro “Intelligence e Politica, la sfida fra sicurezza nazionale e interesse europeo”, facente parte del ciclo “Strategic Dialogues” promosso dalla rivista Formiche, il Centro Studi Americani e la Konrad-Adenauer-Stiftung, ha visto i due ospiti d’eccezione rilanciare il dialogo tra Italia e Germania. Kiesewetter (CDU) è il responsabile esteri della CDU, una primissima linea del partito di Angela Merkel. Al Bundestag è inoltre membro della commissione per gli affari esteri e vicepresidente della sottocommissione per il disarmo, il controllo delle armi e la non proliferazione. Già membro della Bundeswher (Forze armate tedesche) che ha lasciato con il grado di colonnello, tra i suoi incarichi passati spicca il ruolo di direttore dell’ufficio del Capo di Gabinetto del Comando Supremo alleato della NATO (SHAPE). Volpi (Lega) è Presidente del Comitato parlamentare per la Sicurezza della Repubblica Italiana dall’ottobre 2019.

Sin da subito Kiesewetter ha sottolineato la molteplicità degli obiettivi comuni tra i due Paesi, in particolare in materia clima ed energia sui fronti Nord Africa e Mediterraneo. In relazione a questi temi la competizione con paesi quali Cina e Russia non può essere sottovalutata. L’utilizzo in chiave geopolitica dei vaccini da parte di tali Paesi— condizionando unilateralmente un problema prettamente multilaterale — mina le missioni nel continente africano dei paesi occidentali. Non bisogna dunque commettere l’errore di considerare la lotta alla pandemia come scevra da interessi nazionali, anzi.

In materia energetica Kiesewetter ha richiamato il divisivo tema del gasdotto North Stream 2, infrastruttura di collegamento tra Russia e Germania, ostacolato dagli Stati Uniti con sanzioni economiche. Kiesewetter ne ha ricordato la promozione ad opera dell’allora cancelliere Schroeder — poi passato a Gazprom — e le diffidenze createsi sia tra gli Stati Membri sia internamente alla Germania, dove tuttora in seno al Bundestag non si è raggiunta una posizione condivisa. Ma tale progetto non mina le posizioni politiche tedesche, che sul tragico caso Navalny non hanno esitato a condannare la Federazione Russa predisponendo un piano sanzionatorio. Nonostante il dossier North Stream 2, la Germania rimane fedele ai valori dell’occidente.

Nell’affrontare i temi menzionati, centrali per la sicurezza nazionale, la Repubblica Federale Tedesca si è dotata, a partire dal dopo guerra, di un comparto di intelligence suddiviso in tre distinti servizi:

– Il Servizio federale di intelligence (Bundesnachrichtendienst, BND) (6.000 uomini), incaricato di informare il governo su tutto ciò che avviene su fronte sicurezza, anche globale. Il budget è stato triplicato negli ultimi 10 anni per ridurre dipendenze da altri servizi, ma non resta ancora inferiore a quello di analoghi servizi in Francia e UK. Ufficio protezione costituzione (3.800);

– l’Ufficio federale per la protezione della Costituzione (Bundesamt für Verfassungsschutz, BfV), recentemente impegnato a combattere il fenomeno dell’infodemia. L’Ufficio monitora il fenomeno delle fake news — tradendo fonti e diffusione — anche in funzione di protezione del sistema nazionale di cyber security;

– il Servizio militare di controspionaggio (Militärischen Abschirmdienst, MAD), che conta su una forza lavoro di 1200 operatori.

Per affrontare temi sovranazionali in chiave multilaterale, risulta chiara la necessità di una maggiore collaborazione tra servizi d’intelligence. Kiesewetter ha sottolineato le positive esperienze di collaborazione italo-tedesche, di cui è stato testimone durante le sua attività come membro della Bundswehr, in particolare su Balcani ed Afghanistan. Una la parola chiave che secondo Kiesewetter descrivere i servizi italiani: professionalità.

Forti di queste sinergie, Italia e Germania devono promuovere un rinnovamento della governance europea, convincendo paesi come la Francia della necessità di un maggior coinvolgimento italiano.  L’UE non può procedere in maniera asimmetrica, secondo differenti vocazioni nazionali, ma deve individuare una forma efficace di suddivisione degli sforzi nazionali in settori quali difesa e spazio. Il sistema europeo deve si essere competitivo, ma non predatorio. L’Europa necessità di un approccio davvero multilaterale nella gestione dei dossier balcanico (Kiesewetter ha chiesto in passato un più forte impegno europeo nella regione in funzione anti russa) e africano. Ma ancora di più tale spirito deve informare le operazioni nel Mediterraneo , quali Frontex e Sophia.

Volpi ha concordato con il quadro delineato dal collega tedesco, ricordando quanto straordinario sia questo Strategic Dialogue, prima fondamentale passo nella direzione auspicata di una maggior collaborazione fra sicurezza nazionale e interesse europeo.

Volpi ha poi rilanciato il progetto di un seminario annuale che riunisca i diversi comitati parlamentari per la sicurezza nazionale dei paesi UE e NATO, per una maggiore cooperazione e coordinamento e sviluppo di un canale atlantico di diplomazia parallela. Questo può essere fatto solo se l’Unione Europea sarà in grado di riaffermare il profondo legame storico e culturale con gli Stati Uniti. L’Europa deve superare quello che Volpi definisce il “pensiero timido”: un multilateralismo poco efficace e molto inerziale. Fenomeni quali nuovi conflitti ibridi e asimmetrici e nuove rotte commerciali nordeuropee ed artiche, richiedono una comune visione strategica delle democrazie occidentali. Colonne portanti devono essere i valori dell’Occidente. Anche per Kiesewetter è fondamentale sottolineare la centralità dell’alleanza atlantica, sostenuta da una rinnovata progettualità comune, che superi le tensioni createsi durante l’amministrazione Trump.

Sul fronte NATO il governo federale tedesco si sta occupando del pattugliamento dello spazio aereo baltico e guida le Rapid Reaction Forces presenti nell’area. Sono segnali chiari dell’importante ruolo che la NATO svolge, al contrario della sua supposta “morte celebrale”. L’Alleanza Atlantica è ad un punto di svolta storico e strategico, con i paesi membri impegnati a definire la sua futura grand strategy: non più solo militare, ma anche politica.

Gli “Strategic Dialogues” rappresentano una risorsa incredibile per riscoprire il vero spirito multilaterale che deve tornare a guidare Europa e l’alleanza atlantica. In questo sforzo, come emerge dal confronto tra Kiesewetter e Volpi, la collaborazione tra i servizi di sicurezza sarà essenziale. 

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